www.lanfrancobinni.it

L'eruzione del vulcano

L'eruzione del vulcano sulla parete gelida della cella, il silenzio pietrificato negli specchi della memoria, l'indifferenza della Natura per la polvere della Storia, il dio nascosto che non c'è, da insultare con rabbiosa voluttà, la crudeltà è terapeutica, la distruzione è energia, nelle tenebre la fiaccola della filosofia, a bruciare l'illusione volontaria, e allora dire tutto e non lasciare traccia.
Le installazioni mentali di Sade attraversano indenni le parodie della sua leggenda; creazioni dell'arte di un pensiero che si percepisce materia in perenne trasformazione, infrangono le consolazioni di un'illusoria anima etico-religiosa, liberano le vertigini di un'energia che irrompe dalle profondità della terra e dei corpi, sono la traccia di una ricerca insistente di cruda verità. L'opera estrema di Sade istituisce un potente reattivo a più dimensioni per chiunque vi si avvicini, sempre provocando reazioni emozionali e mentali, dallo stupore al disgusto, dal sarcasmo alla noia, dalla complicità al distacco, sempre comunque coinvolgendo in un confronto ravvicinato e conflittuale con il suo immobile e mobilissimo universo. In orgoglioso isolamento, consapevole della sua unicità, l'aristocratico philosophe spinge alle conseguenze estreme la ricerca di autonomia intellettuale, etica e politica del libertino seicentesco e della nuova filosofia del materialismo illuministico; intellettuale disorganico a tutti i regimi, prigioniero per 27 anni nelle carceri dell'Ancien Régime, del Terrore rivoluzionario, del Consolato e dell'Impero napoleonico, sequestrato e mai processato per reati di immaginazione dissoluta, persegue con tenacia la propria ricerca esistenziale, filosofica, letteraria. Le sue installazioni, progressivamente liberate nel corso dell'Ottocento e del Novecento dagli schermi di una leggenda scandalosa e denigratoriao ingenuamente apologetica, possono oggi essere percepite e viste nella loro quarta dimensione di geniali congegni per l'analisi delle dinamiche fondamentali che attraversano, nel suo tempo e nel nostro, la condizione umana: maschile e femminile, sessualità e potere, ‘volontà di sapere' e poteri sociali. La radicalità della poetica di Sade, con le sue ‘modeste proposte', con il suo tragico humour nero che permette di “dire tutto” con intensità e scandalosa assertività, con “sforzo” (umani ancora uno sforzo se volete diventare tali), non è più soltanto un messaggio di libertà intellettuale e creativa; è un fondamentale contributo di metodo al nostro pensiero critico: per sondare sempre più in profondità le vere dinamiche della “crudeltà” ordinaria della Natura, della Storia, della sopravvivenza servile, e liberare le potenzialità della vita da vivere. “Bisogna bruciare Sade?”, protestava Simone de Beauvoir nel 1952, quando ancora la pubblicazione di opere del philosophe maledetto era oggetto di processi e sequestri. Lasciamo che Sade continui a “bruciare” gli stereotipi, le paure, le colpe, le posture da vittima, le assenze di coraggio mentale che fanno mancare l'esistenza. E soprattutto leggiamolo “alla lettera”, come un ready made di Marcel Duchamp, senza farci troppo condizionare dalle interpretazioni etiche, religiose, politiche e letterarie che hanno istituito la sua ingombrante leggenda.

Inizio dell'introduzione a Sade, La filosofia nel boudoir, Milano, Garzanti, 2004


Powered By: Planet S.r.l. Sistemi Informatici